La potatura meccanica rivoluziona la gestione del vigneto

Un'operazione sempre più adottata su sistemi che prevedono il cordone permanente

Basata su principi differenti rispetto a quella tradizionale, la potatura meccanica consente capacità di lavoro di molto superiori e per questo è sempre più adottata nelle aziende di grandi dimensioni. La qualità dell’uva prodotta non cala. Occorre però superare remore psicologiche legate all’aspetto disordinato dei cordoni

 

La potatura meccanica si è diffusa negli ultimi anni come risposta alla necessità di razionalizzare la produzione viticola, consentendo di contenere i costi di produzione. Aspetto questo di importanza fondamentale sia per aumentare la competitività delle produzioni enologiche sul mercato internazionale sia per rendere economicamente sostenibile la viticoltura di svariate aree produttive.

Si deve poi considerare come la meccanizzazione permetta di sopperire alla mancanza di manodopera a cui possono essere soggette le aziende di media e grande estensione le quali, per effetto delle trasformazioni che stanno investendo il settore viticolo, sono in progressivo aumento. Inoltre la potatura meccanica garantisce una indispensabile tempestività dell’intervento.

Sicuramente non trascurabili sono anche gli effetti positivi che la potatura meccanica ha dimostrato di avere sugli aspetti qualitativi della produzione, peraltro non ancora tenuti nella giusta considerazione, nonché sulla longevità del cordone permanente.

Per convenzione si tende a considerare potatura meccanica l’impiego della macchina operatrice per la potatura secca che consenta di contenere l’impiego della manodopera al di sotto della soglia delle 22-24 ore/ha. Ovvero quando l’intervento dell’uomo è limitato alla conduzione del mezzo o all’esecuzione di alcuni tagli di rifinitura, operati in contemporanea all’avanzamento della macchina. Nel primo caso, la potatura è effettuata esclusivamente dagli organi di taglio della macchina, in uno o più passaggi, con un impiego complessivo di manodopera di circa 2-6 ore/ha per la conduzione del mezzo. Nel secondo caso, la rifinitura prevede un cantiere formato da 3 operatori, di cui uno alla guida della trattrice sulla quale è montata la prepotatrice e 2 che eseguono la rifinitura su un carrello trainato dalla medesima trattrice e muniti di forbici pneumatiche o elettriche. In questo caso l’operazione di rifinitura è estremamente snella e limitata a pochi tagli per ceppo, per lo più rivolti all’eliminazione del legno dell’anno precedente, e la capacità operativa supera spesso 1 ha al giorno. Diversa è invece la situazione in cui al passaggio della pre-potatrice faccia seguito

La potatura meccanica è una innovazione della viticoltura degli ultimi anni una rifinitura non contemporanea eseguita da operatori appiedati, il cui ritmo di lavoro non è scandito dalla velocità di avanzamento della trattrice. In tal caso si tende infatti ad avere un risultato assimilabile a quello ottenibile con la potatura manuale, sia in termini di carico di gemme, numero e posizione degli speroni, sia di numero di ore di manodopera impiegato, fatto salvo il risparmio di tempo relativo alla stralciatura nei sistemi dotati di una struttura di fi li per il contenimento della vegetazione.

di R. Castaldi, L. Bonato, S. Meglioraldi, G. Berto, A. Bottazzo, C. Barbetta, G. Baldessin

L'Informatore Agrario S.r.l. 2013

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