La degemmazione delle viti in allevamento

La degemmazione delle viti in allevamento consiste nella rimozione delle gemme dormienti e delle sottogemme da alcuni nodi del legno di un anno, ed è una tecnica conosciuta da tempo e riportata in molti vecchi trattati di viticoltura, ma era stata completamente dimenticata ed è stata riproposta in modo sistematico solo a partire dagli anni ’90 dall’Università di Bologna.

 

La degemmazione costituisce una pratica importante nella potatura delle giovani viti, oggi applicata sulla parte del tralcio destinata a formare il ceppo in quasi tutti gli impianti a parete semplice e anche sulle eventuali spalle dei sistemi a doppia cortina (G.D.C.). Lo scopo è quello di impedire la crescita dei germogli indesiderati, concentrandoli invece nei punti necessari a completare la formazione scheletrica della pianta. Una corretta degemmazione evita infatti nell’anno in corso, ma anche in quelli successivi, lo sviluppo dei germogli non ritenuti necessari. Nei sistemi a cordone speronato e a cordone libero l’eliminazione delle gemme deve essere eseguita con particolare attenzione soprattutto nelle zone di curvatura della parte alta del fusto, dove i nuovi germogli prenderebbero il sopravvento su quelli che devono invece svilupparsi lungo il cordone per mantenerlo coperto in tutta la sua lunghezza: nel cordone speronato e nel cordone libero l’eliminazione dei germogli nella zona di curvatura ha quindi un forte significato fisiologico, che peraltro si aggiunge ad altre motivazioni di ordine pratico, tra cui il fatto che una regolare distribuzione dei germogli lungo il cordone facilita gli interventi di vendemmia e di potatura.

Considerando che in un’ottica moderna quasi tutti i nuovi impianti dovrebbero essere impostati per la meccanizzazione integrale, la degemmazione in fase di allevamento contribuisce anche ad abbattere i costi di gestione per tutta la vita del vigneto, poiché consente di evitare la spollonatura manuale delle parti di pianta più difficili (ad es. quelle più alte del ceppo e quelle di curvatura), dove tale operazione è necessaria ogni anno e non può essere effettuata a macchina. Nelle zone più basse del fusto (sotto il punto d’innesto fino a 50 cm da terra), la degemmazione potrebbe anche essere evitata, in quanto la spollonatura dei germogli che emergeranno da tali zone può essere meccanica o realizzata chimicamente.

di Cesare Intrieri e Ilaria Filippetti
Dipartimento di Scienze Agrarie Università degli Studi di Bologna
e Luigi Bonato
Evoluzione Ambiente Studio Associato (Oderzo, TV)

VVQ numero 2 - marzo 2017

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